domenica 29 dicembre 2019

Alberature pubbliche: l'esempio di Castel San Pietro Terme

In questi giorni, chi mi segue sui social, vedrà che siamo impegnati con l'amministrazione di Castel San Pietro su diversi alberi, per la stragrande maggioranza Platani, lungo alcune importanti vie della cittadina emiliana.
Lavorare su alberi pubblici e in particolar modo su viali stradali non è affatto semplice, specie perchè chi deve gestire questo bene pubblico (ovvero l'amministrazione comunale) e gli operatori chiamati in causa dall'amministrazione stessa devono far fronte a problematiche di carattere tecnico, programmatico, culturale, comunicativo, politico, economico, operativo e... ancora politico. 



Le foglie o le dimensioni degli alberi sono immotivatamente usati come capro espiatorio per operare in maniera del tutto inopportuna e inappropriata rispetto agli obiettivi per i quali questi esseri viventi sono all'interno delle nostre infrastrutture urbane. Far passare che un albero correttamente curato è un albero che può garantire tutti quei servizi ecosistemici di cui noi beneficiamo giornalmente, tra l'altro spendendo molto poco rispetto a ciò che ci restituiscono, è impresa ardua: studi scientifici americani indicano che per ogni dollaro speso nella cura degli alberi, ritornano dai 1,5 a oltre 3 dollari di benefit generati dagli alberi.  Abbattimento della CO2, fissazione polveri sottili, riduzione effetto battente delle piogge, abbassamento delle temperature, aumento della biodiversità, aumento del valore degli immobili e benefit a livello sociale sono solo alcuni dei "plus" che riceviamo da questi esseri viventi.



Si capisce solo sulla base di questo  quant'è importante gestire non bene, ma benissimo il patrimonio arboreo pubblico. Da questo punto di vista, Castel san Pietro Terme ha un background davvero sopra la media nella gestione delle alberature pubbliche e nonostante tutti i problemi del caso, ha voluto fortemente continuare una gestione razionale e di qualità con il nostro gruppo.
Ma per capire cosa differenzia una gestione qualitativa ad una quantitativa veniamo a cosa abbiamo fatto su questi viali.
Innanzitutto come detto all'inizio la maggior parte di questi alberi sono del genere Platanus. Quelli fatti in via Scania sono tutti attorno allo stadio morfofisiologico 5-6 (Pierre Raimbault):  a parte quelli che subirono capitozzature decine di anni fa e che tra l'altro furono ricostruite le chiome, quelli che non hanno subito tale pratica hanno finito da non molto di formare il fusto e hanno formato i primi due grandi reiterati totali che andranno a comporre la chioma, inoltre la chioma sta cominciando a prendere spazio in termini di larghezza. Quelli in via Oriani sono Platani attorno allo stadio 6-7 (P. Raimbault): hanno subito tutti (tranne uno) capitozzature decine di anni fa e sono contraddistinti da una forte epitonia e una marcata reiterazione interna alla chioma.




A livello di potature il "minimo denominatore comune" su tutte le alberature presenti era 
quello di un innalzamento dell'impalcatura della chioma sopra i 4 m (come da Codice della Strada), alzare o eliminare la vegetazione che era in "contrasto" con l'illuminazione pubblica ed eseguire una rimonda (eliminazione di rami secchi, deperenti, rotti, cortecce incluse, ecc.).
Su viale Scania è stata fatta anche una semplificzione sulle ramificazioni distali alte e abbiamo iniziato un processo di contenimento sulle branche laterali su epitoni arretrati (5-6 cm lato strada - 6-10 lato abitazioni), lasciando tutti i reiterati arretrati in modo tale da poter avere tra qualche anno vegetazione per consentire un ulteriore contenimento. La vegetazione asportata è stata tra il 15% e il 25%.





Esempio di riduzione di chioma (linea tratteggiata in bianco) rispetto alla chioma originale (linea rossa): le frecce rosse evidenziano i punti di maggiore riduzione, ovvero lato strada e lato strutture private.

Su viale Oriani, vista anche la non felice collocazione in cui sono a dimora questi alberi e alle pregresse capitozzature, abbiamo deciso di intervenire in maniera diversa attuando una potatura  di contenimento sia sulla parte laterale che su quella sovrastante con la tecnica del taglio di ritorno su reiterati arretrati (6-10 cm). In questo modo abbiamo garantito comunque il pieno controllo ormonale delle parti soggette a contenimento in modo tale che non ci sia uno sviluppo "incontrollato" di ramificazioni avventizie e nel contempo stimoleremo la produzione di vegetazione arretrata che sarà essenziale per un futuro contenimento. La vegetazione asportata è stata del 20-25%.





Tutte le operazioni sono state svolte in PLE (per eseguire tutti gli interventi sulle zone latero-distali) e Tree Climbing (per eseguire tutti gli interventi nella parte superiore della chioma e nelle parti centrali) in modo da eseguire un lavoro qualitativamente eccellente su tutte le parti dell'albero.




Come è facile intuire ogni albero ha avuto così una cura congrua in base allo stadio di appartenenza e al contesto in linea con i viali sopraesposti, ma allo stesso tempo diversificata "materialmente" in base alle sue energie (per questo ci sono delle oscillazioni in percentuale sul materiale vegetale asporatato) e/o alle problematiche di natura meccanica.
Un approccio di tipo qualitativo e non quantitativo delle cure adottate, che consentirà alle alberature di apportare tutti i benefit elencati e garantire fisiologicamente e meccanicamente l'integrità degli alberi.
Da quì, un grazie al comune di Castel San Pietro Terme che ha saputo credere in noi e nelle nostre qualità, con l'augurio che nel futuro possa continuare un approccio gestionale sulle alberature in questo comune di qualità e di merito.

Nessun commento:

Posta un commento