domenica 26 luglio 2020

Se cade un albero ci sarà un perchè?

Molto spesso nei miei sopralluoghi o nei miei lavori, che siano di competenza pubblica o privata, la prima cosa che mi si chiede riguardo all'albero in questione è "Ma l'albero può cadere?".
E' una domanda che viene fatta a molti miei colleghi e ha una domanda ovvia "Certo che può cadere!".
Allora gli alberi sono tutti pericolosi mi direte voi. Ovvio che no! Ma la probabilità, ovvero il rischio che un albero (o parte di esso) possa cadere a terra e colpire qualcosa o qualcuno non lo si potrà mai evitare del tutto. 
Ovvio che se noi interferiamo e/o alteriamo le caratteristiche fisiologiche e meccaniche di un albero questo pericolo aumenta esponenzialmente e, com'è all'onore delle cronache, gli alberi possono andare incontro a cedimenti con maggiore frequenza in ambiente urbano.
Come mai? Quali sono le cause maggiori di schianto? E' prevedibile? Insomma... se cade un albero ci sarà un perchè?
Ma andiamo con ordine...




Nella giornata di venerdì 24 luglio 2020 verso le 12.30 un Ailanto in centro storico a Forlì si schianta su un auto con all'interno una persona (illesa) dopo alcune forti raffiche di vento. Vengo immediatamente chiamato ad eseguire il depezzamento dell'albero che è riverso su una barca e sull'auto (distrutta) del malcapitato.
Le domande sul come mai è successo tale evento si susseguono e le risposte arrivano in breve. Ma vediamo i vari attori che hanno contribuito a questo cedimento.

Capitozzatura.

L'albero fu capitozzato almeno una decina di anni fa. Cosa comporta a livello meccanico tale intervento? Al di là degli aspetti ormonali, un albero capitozzato produrrà una serie di elementi ex novo (reiterati traumatici) posti in soprannumero, disassati rispetto al ramo predeterminato e mal inseriti.


Rami neoformati (frecce gialle) su sede di capitozzo (linea e cerchio tratteggiato rosso)


In questi punti a capitozzo sono presenti delle carie, che a loro volta possono generare delle rotture di porzioni di chioma nel futuro.


Carie su punti di capitozzo (cerchi tratteggiati rossi)


Inoltre i rami neo formati devono essere oggetto di una potatura nel breve periodo attraverso una serie di interventi atti a ricostruire parzialmente una struttura meccanicamente stabile e ormonalmente in grado di garantire il controllo delle parti. Altrimenti i rami formati (in forte competizione) saranno molto verticali e predisposti ad avere una presa vento maggiore con tutte le problematiche del caso. In soldoni, anche se a molti tecnici del settore non piacerà come termine, avremo una sorta di effetto vela, in cui l'albero è meno incline alla deformazione e a una dissipazione delle energie in atto, mentre sarà maggiormente predisposto a catturare buona parte del vento, che è per l'appunto lo scopo di una vela.
Inoltre l'albero autoriduce l'apparato radicale dopo una capitozzatura in modo da ridurre fisiologicamente parti che hanno un dispendio di energie per essere mantenute. Minori radici, minori capacità di ancoraggio al terreno. 
Abbassare scriteriatamente un albero quindi non è solo sbagliato, ma è pericoloso e aumenta tantissimo la possibilità di cedimenti di parti se non di tutto l'albero.

Tagli sulle radici

A causa di diversi interventi lesivi sull'apparato radicale, le radici in zona di trazione erano completamente cariate già a un metro dal colletto dell'albero. 


Radici tagliate e cariate completamente (cerchi tratteggiati in giallo) e formazione di radici avventizie (frecce bianche)


Le radici degli alberi sono nei primi 50 cm di terreno. Questo per diversi motivi: maggiore aerobicità dei substrati, maggiore possibilità di attingere a acqua e elementi presenti nel terreno. Su questi orizzonti e soprattutto nei primi 10-20 cm di profondità, ci sono la maggior parte delle radici di un albero! Il che significa che se lediamo anche solo con una semplice vanga, una zappa o ancor peggio tagliamo una radice che è presente sotto la chioma di un albero o, peggio del peggio, vicino all'area del colletto di un albero, i danni saranno incommensurabili. Perché? Perché per prima cosa è molto difficile visivamente stabilire qualitativamente i danni radicali prodotti da tali interventi. Secondo perchè da specie a specie, da carie a carie, l'evoluzione del decadimento del legno può essere repentina nel tempo come lunga nella sua evoluzione. Non è così difficile avere cedimenti anche dopo 10 o 20 o addirittura 30 anni dal danno fatto.


Carie sul fusto (cerchio tratteggiato in rosso) e radici tagliate e cariate (frecce bianche)


Danneggiare questi elementi che vincolano l'albero al terreno è molto pericoloso. E spesso passa da una banale lesione che "crediamo" sia del tutto innocua. Per questo in città abbiamo diversi cedimenti di alberi: scavi per fognature, cordoli, gas, acqua, luce, fibra, asfalti da rifare, marciapiedi, ciclabili. Sono solo alcuni dei numerosi indiziati che scatenano i cedimenti degli alberi. Lamentarsi di un abbozzo radicale su un marciapiede, richiedere la sua fresatura, farla, e credere che un albero non avrà conseguenze è quanto di più stupido si può credere. Provate a scalfire una colonna portante di casa vostra. Provate a farlo! Scalfitela appena!!! Dubito fortemente che lo farete. E sapete bene anche il perchè.  Ecco, stesso discorso vale per le radici. Se scalfite queste "colonne portanti" degli alberi poi non vi potete lamentare che la sua tenuta sia la medesima. Il tempo, l'energia dell'albero  e i funghi cariogeni poi fanno il loro lavoro.

Cosa fare quindi? 

Beh, sicuramente cercando di inseguire ed avvalersi di quei tecnici e operatori in grado di dare una seria garanzia non solo tecnica e professionale, ma anche etica e deontologica. Purtroppo non siamo così tanti come dovrebbe essere, ma esistiamo! Dico "esistiamo" senza spocchia alcuna. E se mai con molta frustrazione lo ammetto, in quanto la base di partenza per ogni professionista che si interfaccia con esseri così complessi come gli alberi dovrebbe essere su una base di alta professionalità, formazione continua ed etica sopra le righe. Dove il paziente è l'albero e il medico è il professionista che se ne prende cura. Il cliente deve essere sempre e solo colui che sceglie il professionista e non quello che dice al professionista cosa c'è da fare. Quello si chiama servilismo. Ed è lontano anni luce dal modus operandi che un professionista deve tenere quando si interfaccia con un essere vivente, perchè è di esseri viventi che trattiamo.

Ci sono elementi diagnostici per prevenire questi cedimenti?

Assolutamente sì. Valutazioni visive, indagini dendropenetrometriche, tomografie soniche, trazioni controllate (S.I.M.). Sono solo alcune dei metodi utilizzati per valutare qualitativamente e quantitativamente sia porzioni interne dell'albero, che la propensione al cedimento dell'albero, che difetti strutturali dell'albero stesso, in modo da prevenire e/o mitigare taluni difetti. 
Anche quì trattasi di elevata professionalità in gioco e che queste operazioni non possono essere delegate a professionisti che, se pur avendo i titoli per farle, hanno un bagaglio tecnico e di esperienza del tutto inappropriato. E spesso dove non arrivano queste due ci si mette l'etica e la paura, facendo operazioni del tutto inopportune su alberature che meritano altre operazioni o abbattendo con pressapochismo alberi che starebbero in piedi.

E arrivo alla fine sul lato della comunicazione, questione spesso spinosa per quanto preziosa, sperando che quando verrà giù un albero, non si dica "l'albero causa un incidente" o peggio "l'albero causa il ferimento una persona", ma si guardi a chi ha armato il fucile... perchè spesso chi arma il fucile e lo lascia alla merce degli eventi siamo solo ed esclusivamente NOI. E sarò ben contento quando le notizie saranno meno sensazionalistiche e più coerenti dando ai cittadini le corrette informazioni. 
Quando leggerò sui titoli "Taglio alle radici causa la caduta di un albero sulla casa" o "Causa potatura scriteriata provoca la caduta di un ramo su una macchina" allora e solo allora si potrà dire che le informazioni sono corrette e non fuorvianti.
Perchè gli alberi non cadono a caso. E spesso, dietro ad ogni crollo c'è sempre e solo la firma di un sapiens.

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